Gran Paradiso, via normale dal rif. Vitt. Emanuele – Valsavarenche (AO)

25 aprile 2010 at 08:11

giancarlo

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Quota:           4061 m

Dislivello:    2064 m

Difficoltà:    PD

 
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Altimetria e dettagli

 

 

 

Questa non difficile salita è frequentata da centinaia di alpinisti durante l’anno e raggiunge la vetta dell’unico 4000 tutto in territorio italiano: la sua alta frequentazione e la sua facilità consigliano comunque di non dover tralasciare i metodi di progressione in sicurezza sul ghiacciaio e, particolare non tecnico ma da non sottovalutare, prenotare per tempo il rifugio a meno che non si voglia  effettuare la salita in giornata. Le difficoltà tecniche si trovano nella parte alta dell’itinerario quando, nella zona del  ghiacciaio dopo la “schiena d’asino” si deve prestare attenzione a qualche piccolo crepaccio e, al termine del pendio oltre la Becca di Moncorvé, al superamento della terminale; dopo di questa si raggiunge il breve passaggio esposto per raggiungere la Madonnina che è attrezzato con un cordino fisso e con uno spit dove si può mettere un rinvio per sicurezza.

Avvicinamento

Si percorre la A-5 Torino-Aosta, si supera la barriera di Aosta est e si esce al casello successivo di Aosta ovest. Si prende la direzione per Courmayeur e giunti ad Aymaville si imbocca lo svincolo per la Valsavarenche; si continua per la strada di fondovalle superando il capoluogo Degioz e si prosegue sino ad arrivare a Pont dove termina la strada stessa e dove si può lasciare l’auto nel comodo parcheggio.

Descrizione

Primo giorno

Dal parcheggio si attraversa il ponte sul torrente e si cammina in piano verso il bosco alla sinistra del corso d’acqua passando davanti ad una lunga baita. Entrando nel bosco si passa subito un ponte di legno e si inizia a salire su sentiero ben tenuto che, con numerosi tornanti che guadagnano subito quota, si alza tra le conifere; passando accanto ad alcune rocce si entra in un canalone che offre, uscendo dal bosco, uno scorcio del fondovalle ed ora si continua su pendenza costante in spazi aperti e panoramici. Costeggiando una bastionata rocciosa si guadagna il centro di un vallone che si risale rimontando con larghi tornanti le fiancate di alcuni dossi erbosi; si arriva poi ad una comoda scalinata di pietre sostenuta da un muretto a secco che aggira un basso promontorio e subito dopo si prosegue sul fondo del vallone infondo al quale si piega leggermente a sinistra. Tenendo la destra si supera un bivio segnalato da un cartello ligneo ed in breve si raggiunge il rifugio che si trova ormai a pochi metri.

 

Secondo giorno

Dal rifugio si risale il pendio morenico a monte di esso e, seguendo i numerosi ometti di pietre, ci si immette in una larga conca morenica dove si passa al centro della pietraia: attenzione che ad inizio stagione rimane sotto scarica dagli ampi pendii soprastanti sulla destra. Continuando in leggera pendenza ci si dirige verso il fondo del vallone e si tiene la destra per iniziare a risalire con alcuni zig-zag il primo ripido risalto del ghiacciaio (30°) stando anche qui verso la sua destra. Arrivati dove la pendenza diminuisce ci si dirige verso un secondo risalto del ghiacciaio più ripido del precedente (40°- 45°) che si rimonta faticosamente stando appena a destra della sua parte centrale. Al termine della forte pendenza si vede la caratteristica guglia rocciosa della Becca di Montcorvè e si cammina per un breve tratto in falsopiano contornando sulla sinistra una gobba del ghiacciaio e nel contempo stando a debita distanza dal largo ed alto fronte del ghiacciaio che scende dalla vetta. Passando alla sinistra della Becca di Montcorvè si raggiunge il punto più comodo e, se così si può dire, meno ripido di quest’ultimo spingendosi quasi verso le rocce della cresta dove si svolta decisamente a sinistra per risalirlo faticosamente stando attenti al passaggio della terminale che a seconda delle condizioni del ghiacciaio può risultare delicato. Superatala si punta ad un colletto al di sotto di un gendarme di roccia per seguire sulla sinistra la cresta rocciosa poco inclinata e, poco oltre, salire sul filo e passare sul lato opposto dove si trova il passaggio tecnicamente più impegnativo: infatti qui si trova una breve cengia molto esposta attrezzata con uno spit ed un cordino fisso oltre la quale si trovano le rocce terminali su cui è situata una statua metallica della Madonna.

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