Scale di difficoltà

20 giugno 2009 at 07:48

giancarlo

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In questa sezione sono collocate le tabelle, le sigle e i numeri che sintetizzano le varie tipologie delle difficoltà che si trovano lungo gli itinerari escursionistici e le scalate. Lo scopo è quello di facilitare la scelta di un’escursione o di un’ascensione e serve per evitare agli escursionisti ed alpinisti di dover affrontare difficoltà superiori alle loro condizioni fisiche, al loro allenamento o alle loro aspettative.

Nelle classificazioni delle difficoltà escursionistiche vanno accorpate anche quelle delle escursioni con le racchette da neve in quanto, non essendoci difficoltà alpinistiche, sono simili dal punto di vista della progressione e del territorio dove si svolgono ricalcando a volte il percorso puramente escursionistico; mentre un altro fattore da considerare in aggiunta sono sia la consistenza del manto nevoso, che aumentano la fatica ma non la difficoltà tecnica, sia la consultazione dei bollettini delle valanghe, obbligatori per chi fa escursionismo invernale.

Con le scale di valutazione non si può certo pretendere di avere una precisione centesimale anche perché, soprattutto in alta montagna, le condizioni del terreno, del ghiaccio e della roccia sono suscettibili di un alto valore di variabilità. Comunque queste valutazioni sono da ritenersi meramente indicative e come tali vanno considerate.

 

  DIFFICOLTA’ ESCURSIONISTICHE 

 

In queste classificazioni si usano le quattro sigle della scala CAI per differenziare l’impegno richiesto dagli itinerari di tipo escursionistico. Questa precisazione non è utile solamente per distinguere il diverso impegno richiesto da un itinerario, ma anche per definire chiaramente il limite tra difficoltà escursionistiche ed alpinistiche.

 T  TURISTICO – Itinerari su stradine,mulattiere o larghi sentieri, con percorsi non lunghi, ben evidenti e che non pongono incertezze o problemi di orientamento. Si svolgono di solito sotto i 2000 metri di quota. Richiedono una certa conoscenza dell’ambiente montano ed una preparazione fisica alla camminata.
 E  ESCURSIONISTICO – Itinerari che si svolgono su sentieri di ogni genere, oppure su evidenti tracce di passaggio in terreno vario (pascoli, detriti, pietraie), di solito con segnalazioni; possono esservi brevi tratti pianeggianti o lievemente inclinati di neve residua, quando, in caso di caduta, la scivolata si arresta in uno spazio breve e senza pericoli. Si sviluppano a volte su terreni aperti, senza sentieri ma non problematici, sempre con segnalazioni adeguate. Possono svolgersi su pendii ripidi; i tratti esposti sono in genere protetti con barriere o assicurati da cavi o catene. Possono avere singoli passaggi su roccia, non esposti, o tratti brevi e non faticosi né impegnativi grazie ad attrezzature ( Scalette, pioli, cavi) che però non necessitano di un equipaggiamento specifico(imbragatura, moschettoni, ecc.).
 EE  per ESCURSIONISTI ESPERTI – Si tratta generalmente di itinerari segnalati ma che implicano una capacità di muoversi su terreni particolari. Sentieri o tracce su terreno impervio o infido (pendii ripidi e/o scivolosi d’erba, o misti di rocce ed erba, o di roccia e fini detriti), Terreno vario, a quote relativamente elevate (pietraie, brevi nevai non ripidi, pendii aperti senza punti di riferimento, ecc.). Tratti rocciosi, con lievi difficoltà tecniche (percorsi attrezzati, vie ferrate fra quelle di minor impegno). Rimangono invece esclusi i percorsi su ghiacciai, anche se pianeggianti e/o all’apparenza senza crepacci ( perché il loro attraversamento richiederebbe l’uso della corda e della piccozza e la conoscenza delle relative manovre di assicurazione).Necessitano: esperienza di montagna in generale e buona conoscenza dell’ambiente alpino; passo sicuro e assenza di vertigini; equipaggiamento, attrezzatura e preparazione fisica adeguate. Per i percorsi attrezzati è inoltre necessario conoscere l’uso dei dispositivi di assicurazione (moschettoni, dissipatore, imbragatura, cordini).
 EEA  per ESCURSIONISTI ESPERTI CON ATTREZZATURE – Questa sigla si usa per certi percorsi attrezzati o vie ferrate, al fine di preavvertire l’escursionista che l’itinerario richiede l’uso dei dispositivi di autoassicurazione.

 

SCALA DI PERICOLO VALANGHE

   DEBOLE  Il distacco è generalmente possibile solo con forte sovraccarico su pochissimi pendii estremi. Sono possibili solo piccole valanghe spontanee.
 2   MODERATO  Il distacco è possibile soprattutto con un forte sovraccarico sui pendii ripidi indicati. Non sono da aspettarsi grandi valanghe spontanee.
   MARCATO  Il distacco è possibile con un debole sovraccarico soprattutto sui pendii ripidi indicati; in alcune situazioni sono possibili valanghe spontanee di media grandezza e, in singoli casi, anche grandi valanghe.
 4   FORTE  Il distacco è probabile già con un debole sovraccarico su molti pendii ripidi. In alcune situazioni sono da aspettarsi molte valanghe spontanee di media grandezza e, talvolta, anche grandi valanghe.
 5  MOLTO FORTE  Sono da aspettarsi numerose grandi valanghe spontanee, anche su terreno moderatamente ripido.

 

  DIFFICOLTA’ ALPINISTICHE 

I – Difficoltà su roccia

 

La valutazione dei passaggi viene espressa con numeri romani. Per tale valutazione viene usata la scala approvata dall’UIAA che tiene conto dell’evoluzione tecnica dell’arrampicata.

a) Arrampicata libera

Le difficoltà valutate in arrampicata libera si intendono superate senza utilizzare i mezzi di assicurazione intermedi, qualunque essi siano, per la progressione o per la sosta. La valutazione dei passaggi degli itinerari viene espressa con i vari gradi, rappresentati da numeri romani:

 I  primo grado. E’ la forma più semplice dell’arrampicata, bisogna già scegliere l’appoggio per i piedi; le mani utilizzano frequentemente gli appigli per mantenere l’equilibrio. Non è adatto a chi soffre di vertigini.
 II  secondo grado. Qui inizia l’arrampicata vera e propria, che richiede lo spostamento di un arto per volta ed una corretta impostazione dei movimenti. Appigli e appoggi sono ancora abbondanti.
 III  terzo grado. La struttura rocciosa, già più ripida o addirittura verticale, offre appigli ed appoggi più rari e può già richiedere l’uso della forza. Di solito i passaggi non si risolvono ancora in maniera obbligata.
 IV  quarto grado. Appigli e appoggi divengono ancora più rari e/o esigui. Richiede una buona tecnica di arrampicata applicata alle varie strutture rocciose ( camini, fessure, spigoli, ecc.), come pure un certo grado di allenamento specifico.
  quinto grado. Appigli ed appoggi sono decisamente rari ed esigui. L’arrampicata diviene delicata ( placche, ecc.) o faticosa ( per l’opposizione od incastro in fessure o camini ). Richiede normalmente l’esame preventivo del passaggio.
 VI  sesto grado. Appigli e/o appoggi sono esigui e disposti in modo da richiedere una combinazione particolare di movimenti ben studiati. La struttura rocciosa può costringere ad un’arrampicata delicatissima, oppure decisamente faticosa dov’è strapiombante. Necessita un allenamento speciale e forza notevole nelle braccia e nelle mani.
 VII  settimo grado. Sono presenti appigli e/o appoggi minimi e molto distanziati. Richiede un allenamento sofisticato con particolare sviluppoo della forza nelle dita, delle doti di equilibrio e delle tecniche di aderenza.

Dal VII le difficoltà aumentano fino all’attuale limite estremo (intorno al X).

Ogni grado può avere un’ulteriore suddivisione di inferiore ( – ) o superiore ( + ).

 

a) Arrampicata artificiale

Le difficoltà valutate in arrampicata artificiale si intendono superate con l’uso di mezzi artificiali (chiodi, cunei, dadi, friends, cordini staffe, ecc.) utilizzati per la progressione, anche solo per la sistemazione della protezione successiva.

 A0  La forma più semplice dell’arrampicata artificiale. I passaggi sono prevalentemente in arrampicata libera ma chiodi o altre assicurazioni intermedie (cunei, dadi, cordini attorno a clessidre o spuntoni, ecc.) vengono utilizzati come appiglio o appoggio; le staffe non sono necessarie. Anche tenersi o farsi tenere in trazione sulla corda, compiere traversate alla corda o pendoli rientra in questa classificazione.
 A1  Chiodi ed altri mezzi artificiali si posano con relativa facilità. Il passaggio richiede poca forza. E’ sufficiente l’uso di una staffa per ogni membro della cordata.
 A2  Si hanno maggiori difficoltà nella posa dei mezzi artificiali (roccia compatta, fessure cieche, roccia friabile, ecc.). Il passaggio è faticoso; si svolge spesso su placche verticali lisce o leggeri strapiombi. Richiede l’impiego di due staffe a testa e una buona tecnica per il loro uso.
 A3  Alle maggiori difficoltà presentate dalla roccia per la posa dei mezzi artificiali si aggiunge lo sforzo dovuto a posizioni scomode e precarie (strapiombi molto pronunciati, tetti, ecc.). Necessita di almeno due staffe a testa e di una buona tecnica per il loro recupero.
 A4, A5  Sono caratterizzati in misura crescente dalla precarietà dei mezzi aritficiali, che in genere non sono più sufficienti a garantire anche una buona assicurazione. Fra questi mezzi figurano in particolare rurps, ancorette, copperheads, skyhooks, ecc. La progressione diviene pure estremamente delicata.

NOTA – Qualora un passaggio originariamente superato in artificiale sia poi stato percorso in arrampicata libera, si usa indicare le due valutazioni corrispondenti (per esempio: A1 oppure VII).

 II – Valutazione d’insieme

 

E’ una valutazione complessiva, sia del livello tecnico che dell’impegno globale, anche psichico, richiesto da un’ascensione, che tiene conto dei due gruppi di indicazioni precedenti: non rappresenta perciò né la somma né la media delle difficoltà tecniche dei singoli passaggi. Influiscono invece l’asprezza della montagna, l’isolamento, la variabilità di condizioni del terreno (se misto), la qualità della roccia, la difficoltà di una ritirata, della posa di punti di assicurazione, ecc. L’uso della valutazione d’insieme permette di non dover includere in maniera specifica il fattore di rischio e pericolo nella valutazione puramente tecnica di cui si fa riferimento nella tabella delle difficoltà su roccia.

Viene espressa mediante le sette sigle seguenti, ed è completata dall’indicazione dei passaggi di massima difficoltà.

  F  Facile
  PD  Poco difficile
  AD  Abbastanza difficile
  Difficile
  TD  Molto difficile
  ED  Estremamente difficile
  EX  Eccezionalmente difficile

Anche in questo caso le sigle possono avere un’ulteriore suddivisione di inferiore ( – ) o superiore ( + ).

 

 

 

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