Cabane de Valsorey – Bourg St. Pierre – Vallese (CH)

20 settembre 2018 at 17:02

giancarlo

2

 

 

 

Quota 3034
Dislivello 1434
Difficoltà E
Segnavia Bolli gialli, bolli bianco-rosso
Tempo 3h30′

 

 

Traccia GPS

Visualizza con Google Earth

Altimetria e dettagli

 

 

La Cabane de Valsorey è un rifugio del CAS sezione di La Chauxde Fond la cui prima costruzione risale al lontano 1901. Si trova nel bel vallone di Valsorey che, da Bourg St. Pierre, si addentra sino alle morene ed ai ghiacciai del Mont Velan e del Gran Combin; il sentiero, lungo ma ben tracciato e segnalato, alterna nella prima parte lunghi traversi sulle fiancate erbose a ripide risalite ad aggirarne i costoni, mentre  l’ultima parte, dal grande pianoro in su, si sviluppa su pendenze sostenute. Gli ambienti attraversati sono sempre piacevoli sin dai pascoli della parte bassa per arrivare all’ambiente selvaggio delle morene e dei ghiaccia in alta quota. Il panorama dal rifugio, pur essendo chiuso nella parte alta del vallone, offre una spettacolare vista su vicino Mont Velan con il suo ghiacciaio e, più lontano, lo sguardo si spinge sino al Monte Bianco e Grandes Jorasses e sul gruppo del Mont Dolent ed Argentiére; alle sue spalle, sopra le grandi pietraie, svetta la guglia rocciosa del Combin de Valsorey.

Avvicinamento

Si percorre la A-5Torino-Aosta uscendo al casello di Aosta est e seguendo poi le indicazioni per il Traforo del Gran San Bernardo; superato il confine di stato, o col tunnel o con il passo, si arriva a Bourg St. Pierre dove si lascia l’auto nel piazzale a sinistra adiacente l’Hotel du Vieux Moulin.

Descrizione

 Dal piazzale si attraversa la strada e, subito sulla destra, si trova il pannello informativo dei rifugi dal quale,qualche metro più avanti, si sale a destra su una larga mulattiera; oltrepassato un cancelletto per il bestiame si arriva sulla strada asfaltata (1715 m) che si attraversa trovando subito il sentiero che si alza alla sinistra. Continuando sempre su mulattiera, si raggiunge una sterrata (1787 m) dalla quale si prende quella di fronte col cartello di divieto di transito; ignorata poco dopo un’altra poderale che devia a sinistra, si arriva ad un bivio segnalato dalle paline situate poco sopra l’alpeggio di Cordonna (1845 m) dove, abbandonata la strada, si sale a sinistra sul sentiero. Questo, senza eccessiva pendenza, raggiunge un primo promontorio e, dopo un tratto in traverso, ne raggiunge un secondo; aggirato quest’ultimo, si entra nel lungo vallone di Valsorey in cui ci si addentra traversando con leggera pendenza andando ad aggirare un costone, oltre il quale si attraversa un torrente su un ponticello metallico. Con qualche lieve saliscendi il sentiero arriva in una zona con bassa vegetazione passando un breve tratto tra le pietre; dopo una breve salita si giunge ad un bivio (2051 m) dove si trova un cartello di avvertimento per gli escursionisti che consiglia, in caso di piogge o forte disgelo, di deviare a destra su un percorso più sicuro. Attraversato un torrentello, si giunge ad uno successivo più largo e con più acqua che si attraversa con l’eventuale aiuto di una corda tesa tra le due sponde; poco dopo si ritrova il bivio col sentiero che, dopo essere passato sull’altra sponda, rientra sul percorso originale. Traversando sempre sulla fiancata della montagna si giunge al un bivio perla Cabanedu Velan (2141 m) dove si rimane alla sinistra arrivando oltre un cosone dove si trova lo Chalet d’Aumont (2198 m). Passati tra le due baite, si sale più decisamente su pendio di erba e sassi piegando poi a destra superando un breve tratto attrezzato, in caso di verglass,  per aggirare poi un costone erboso; dopo questo, il sentiero spiana temporaneamente scendendo pii di qualche metro per traversare poi il lungo pendio erboso dove, nella parte finale, si trova un altro bivio perla Cabanedu Velan (2432 m). Avvicinandosi ad una parete rocciosa, si supera un successivo tratto attrezzato con catene  dopo il quale si risale, sulla sinistra, un ripido pendio canale; quando il sentiero spiana, si raggiunge un evidente promontorio (2452 m) dal quale ci si sposta verso sinistra per salire una bassa costola erbosa. Da qui si entra in un ampio pianoro con massi erratici, dal quale si vede già il rifugio situato sopra il grande isolotto roccioso sulla sinistra; lo si attraversa dapprima nel centro piegando poi verso sinistra in direzione del pendio dove si trova una pietraia che, seguendo i numerosi bolli di vernice, si attraversa a sinistra portandosi sotto un ripido pendio di erba e rocce. Si inizia a risalirlo con numerosi stretti tornanti che alternano tratti erbosi ad altri di terriccio e roccette sino ad una grande roccia piramidale che si aggira a sinistra; proseguendo sempre su pendenza accentuata, si arriva ad un bivio segnalato da una palina (2930 m) dal quale si sale alla destra portandosi in breve sotto la fascia rocciosa che sorregge il rifugio. La si costeggia a sinistra per deviare subito a destra raggiungendo i due grandi ometti antistanti la capanna, che si raggiunge in pochi metri; questo ultimo tratto di aggiramento della fascia rocciosa, volendo, si può evitare con l’alternativa un po’ più impegnativa di salire un camino attrezzato con alcune corde che si trova alla destra sotto di essa.

2 Commenti

  1. Francesca ed Alessandro Blotto 21 settembre 2018 Rispondi

    ***************************
    Quando siamo andati noi, il 18/08/2012 abbiamo portato l'auto fino a quota 1790. Di quella escursione ricordiamo lo splendido contorno paesagistico, che avevamo per altro già visto il mese prima quando eravamo andati alla Cabane du Vèlan, ed a dire il vero ricordiamo anche il costo della bottiglia di acqua da 1,5 pagata 7,00€, prezzo che pur essendo a 3.000 metri ci era sembrato un po' caro. Anche due ragazze svizzere, con cui abbiamo parlato al rifugio, ci avevano confermato che anche loro avevano pagato delle lattine abbastanza care, ma comunque, visto il posto, ci può stare.
    Buone escursioni.
    Francesca ed Alessandro
    ***************************

  2. Giovanni e Simona 27 settembre 2018 Rispondi

    Stupendo! Però che brutta quella Cabane du Velan ... Guardando le vostre foto viene davvero voglia di rimettersi gli scarponi! A presto!

Rispondi a Giovanni e Simona Annulla risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *