Vallone di Seyvaz – Valsavarenche

24 novembre 2010 at 20:36

giancarlo

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vallone-di-seyvaz

Quota 2800 ca.
Dislivello 793
Difficoltà EE
Segnavia nessuno
Tempo 4h00′

 

Traccia GPS

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Altimetria e dettagli

 

Questa salita, molto frequentata dagli scialpinisti, non ha una meta ben definita ed è un”ripiego” nel caso non ci fossero le condizioni di sicurezza per raggiungere il Colle del Grand Etret; essa lascia a chi la effettua la libertà di percorrere in tutta la sua lunghezza un bellissimo vallone ed arrivare ad uno dei tanti punti panoramici, che soprattutto  nella sua parte superiore, sono sempre più ampi e suggestivi. Il dislivello non è eccessivo ma lo spostamento (circa sei chilometri per giungere al plateau superiore) è considerevole e la progressione è a volte difficoltosa nella prima metà dell’itinerario per il superamento della vasta zona di massi dove bisogna prestare attenzione per evitare eventuali cadute in qualche buco; dopo questa zona è meglio staccarsi dalle pendici che scendono dal versante del mont de Seyvaz dalle quali si staccano spesso alcune slavine e passare dalla parte opposta del torrente. L’accesso al ghiacciaio non è problematico e la sua risalita non presenta alcuna difficoltà tecnica.

Avvicinamento

Si percorre la A-5 Torino-Aosta, si supera la barriera di Aosta est e si esce al casello successivo di Aosta ovest. Si prende la direzione per Courmayeur e, superato il comune di Aymavilles, si trova sulla destra la deviazione per la Valsavarenche, si passa da Introd e si risale la valle rimanendo a sinistra al bivio per la valle di Rêmes. Giunti al capoluogo Degioz si prosegue ancora qualche chilometro e si arriva tra le poche case di Pont oltre le quali si trova un grande parcheggio dove lasciare l’auto.

Descrizione

Dal casotto situato all’ingresso della pista di fondo ci si incammina verso destra seguendo le indicazioni della pista riservata a pedoni e scialpinisti che taglia in un paio di punti il tracciato del fondo per dirigersi verso il rado bosco. Ci si tiene alla destra (sinistra idrografica) del torrente Savara e si cammina per un tratto prevalentemente pianeggiante con qualche saliscendi per superare od aggirare i massi che, numerosi, sono disseminati nei pressi delle sue sponde; superato il rado bosco si rimane non molto distanti dal torrente ad una decina di metri al di sopra di esso e con percorso ondulatorio ci si alza leggermente di quota passando accanto al rudere diroccato di Grand Etret (2178 m) e si prosegue per un tratto quasi pianeggiante sempre disseminato di massi. Poco dopo il rudere conviene spostarsi dall’altro lato del vallone, superando il torrente, per rimanere fuori il più possibile da eventuali scariche che si staccano dalle pendici del Mont Giantsanaz e dalla costiera del Mont de Seyvaz continuando ora con una salita che inizia ad essere costante e, con qualche strappo un po’ più ripido, si superano alcuni dossi per portarsi nella parte alta del vallone. Puntando ad una strozzatura ci si indirizza verso la propaggini più basse del ghiacciaio del Grand Etret, che si trova alla testata del vallone, caratterizzate da grosse gobbe e qualche buco per altro facilmente individuabile; passando alla destra della parte centrale si rimonta faticosamente ancora qualche risalto e poi, riguadagnato il centro con qualche traverso, si sale zigzagando arrivando in breve al  plateau superiore. In discesa si può contornare il piccolo bacino glaciale scendendo per poco sulle tracce di salita e , arrivati ai risalti sottostanti, spostarsi verso destra per scendere da un invitante canale che con qualche zog zag ci fa abbassare velocemente di quota riportandoci verso le sottostanti e ben visibili tracce della salita.

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