Monte Tovo – Quarona (VC)

22 aprile 2018 at 17:49

giancarlo

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Quota 1366
Dislivello 984
Difficoltà E
Segnavia 713, 715, 716 bolli bianco rosso
Tempo 4h30’ (anello completo)

 

 

Traccia GPS

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Altimetria e dettagli

 

 

Il Monte Tovo si trova nella bassa Valsesia a ovest di Quarona; è un’altura non molto elevata dalla quale si gode di un bel panorama sul fondovalle valsesiano con le numerose cime verdeggianti che lo circondano ed un bel colpo d’occhio sul vicino Monte Luvot e Castello di Gavala, appena dietro di esso. Questa escursione ad anello (13 km circa) ci fa percorrere bei boschi ben tenuti di faggi e castagni percorrendo sentieri sempre evidenti e ben segnalati; il percorso è disseminato di vecchie baite che, pur non offrendo ampi pascoli, testimoniano di un passato operoso degli abitanti e dell’attaccamento alla loro terra. Il periodo migliore per effettuare la gita, vista anche la quota relativamente bassa, è senz’altro la primavera ed il tardo autunno.

Avvicinamento

Si percorre la A-26 Genova-Gravellona Toce e si esce al casello di Romagnano Sesia prendendo la direzione per Alagna; arrivati all’abitato di Isolella si prosegue ancora per un breve tratto sino alla prima rotatoria. Qui si devia a sinistra seguendo l’indicazione per Doccio e, appena entrati nella frazione, si svolta alla prima a sinistra arrivando alla chiesa della Madonna del Rosario dove si lascia l’auto nello slargo erboso antistante.

Descrizione

Dalla destra del piccolo slargo antistante la chiesetta inizia il sentiero (palina seminascosta su un tronco) che entra subito nel bosco dove si tralascia subito la breve deviazione a destra che conduce al vecchio mulino; attraversato un ruscello si arriva ad una sterrata che si sale a sinistra attraversando di nuovo il ruscello su un ponticello. Subito dopo si trova la deviazione a destra che rientra nel bosco (564 m) col sentiero che risale un’ampia dorsale boschiva passando accanto alle baite dell’alpe Rosaccia. Il sentiero perde successivamente un po’ di pendenza per attraversare un ruscello accanto al quale si trova la diroccata alpe Samighera (709 m). Superato un vicino rudere, si sale più ripidamente in un sentiero-canale arrivando nei pressi dell’alpe Prapian (860 m) oltre la quale, attraversata la sterrata, si riprende a salire nel bosco. Passato un piccolo slargo utilizzato ai tempi come carbonaia, si arriva a costeggiare sulla sinistra la strada asfaltata che si riprende poco sopra nei pressi dell’oratorio di S. Bernardo (1017 m). Dietro la chiesetta si riprende il sentiero passando accanto a qualche grosso masso roccioso arrivando di nuovo, dopo qualche minuto, alla strada asfaltata; la si percorre in leggera salita sulla sinistra per poche decine di metri trovando di nuovo il sentiero che si diparte alla destra (1059 m). Questo la costeggia dall’alto per pochi minuti rientrando successivamente nel bosco più rado con poca pendenza sino a raggiungere una sterrata dove si trova un bivio in corrispondenza della Cima Falghè (1237 m). proseguendo diritto si giunge ad un’insellatura (1271 m) dalla quale inizia l’ultima parte del sentiero che, su terreno più ripido, ci porta alla croce di vetta. Ritornati al bivio della Cima Falghè, si scende sulla sterrata a destra sino ad un incrocio su un poggio con una cappelletta (1222 m) dove, anche qui, si tiene la destra; scendendo sulla poderale si ignora la deviazione a destra per la palestra di roccia e, poco dopo, si giunge in vista del rifugio Ca Meja che si raggiunge abbandonando la strada e scendendo su un breve sentiero gradinato (1155 m). Di fronte alla costruzione si riprende il sentiero (palina su un albero) che ci fa scendere dapprima su un prato per poi camminare sulla strada asfaltata sino ad un tornante dove, alla sinistra dello slargo, si ritrova il sentiero (1117 m). Arrivati di nuovo su una sterrata, si passa davanti all’alpe Bonde (961 m) percorrendo la strada in discesa per abbandonarla alla deviazione del sentiero che scende a sinistra (937 m). Attraversata una mulattiera, si giunge su una stradina asfaltata che si attraversa (palina su una pianta) per ritrovare ancora una sterrata nei pressi di due baite isolate (889 m); la si percorre verso destra per un buon tratto abbandonandola a quota 790 m dove si trova il sentiero che scende a sinistra. Oltrepassata una baita, si arriva sopra l’abitato di Costa di Foresto che si raggiunge nei pressi delle prime case (626 m). Arrivati alla strada asfaltata, si devia subito sulla destra sulla larga mulattiera che conduce in pochi minuti all’abitato di Foresto (594 m). Entrati nel paese si scende per la stratta stradina sino ad un bivio con un’altra stradina che devia decisamente a sinistra in corrispondenza del circolo del paese; scesi pochi metri si trova il segnavia che ci fa deviare a destra ritornando in pochi minuti alla strada principale in corrispondenza di una curva. Si prosegue ora a destra dove, dopo qualche decina di metri, si devia ancora a destra su una stradina più piccola in fondo alla quale si trova un cancello; a sinistra di questo inizia il sentiero che rientra nel bosco passando accanto alla chiesetta di S. Martino e ad una baita isolata. Scesi con qualche curva ad un torrente, lo si attraversa su un ponticello in cemento sbucando successivamente nei prati in corrispondenza delle prima abitazioni di Doccio; si percorre qui la sterrata sino alla strada asfaltata dove, deviando a sinistra, si ritorna in breve alla chiesetta.

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