Cima Biolley, o Drosit – Traversella (TO)

8 novembre 2015 at 20:06

giancarlo

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Quota 1986
Dislivello 1610
Difficoltà E
Segnavia 719, 728,bolli bianco-rosso, frecce bianche
Tempo 4h30′

 

Traccia GPS

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Altimetria e dettagli

 

La Cima Biolley si trova nel Canavese sulla lunga cresta che dalla Cima di Bonze scende verso sud-est separando la Valchiusella ad ovest dal territorio di Quincinetto ad est. Tra le vie di salita alla  cima questa è la più lunga (oltre 18 km) ma è anche quella che consente di percorrere il grande e bel vallone sopra il comune di Traversella con un percorso a semicerchio che passa da numerosi e panoramici alpeggi e dal rifugio Chiaromonte ubicato in una selvaggia conca che rimane aperto nei mesi di luglio ed agosto ma le chiavi sono reperibili presso il comune; dopo di questo si cammina su una panoramica dorsale per raggiungere facilmente la cima che si staglia come una lama, rocciosa verso Traversella ed erbosa verso Quincinetto. Il panorama che si gode dalla cima è molto ampio e remunerativo della fatica sin qui fatta; la fa senz’altro da padrona la vista della catena alpina che va dalla lontana Dent d’Herens sino al gruppo del Monte Rosa sino ai più vicini Monte Mars e Mombarone e, dalla parte opposta, le numerose montagne canavesane con la pianura padana in fondo alla quale, nelle giornate terse, si scorge il Monviso.

Avvicinamento

Si percorre la A-5 Torino-Aosta e si esce al casello di Ivrea; si percorre la statale per Castellamonte per qualche chilometro per deviare poi a destra seguendo le indicazioni per Traversella e la Valchiusella. Raggiunto il comune di Traversella si entra nel paese, si supera la chiesa e si raggiunge la piazza principale del paese dove si lascia l’auto negli appositi spazi.

Descrizione

Dalla piazza si imbocca la via Monte Marzo, con le indicazioni per la palestra di roccia ed i rifugi, che diviene subito una larga mulattiera addentrandosi nel bosco; prima di arrivare ad una baita situata in uno spiazzo erbosa si devia a destra su alcuni sassi lisci salendo sempre sull’evidente sentiero ricoperto dal fogliame arrivando ad un bivio segnalato dalle paline (962 m) al quale si tiene la destra. Proseguendo nella bella faggeta si giunge ad un successivo bivio segnalato dalle paline (1018 m) dove, ignorato anche qui il sentiero che si stacca alla sinistra, si sale nuovamente a destra costeggiando un muro a secco. Si passa poi davanti ad una vecchia cisterna in pietra per l’acqua salendo col sentiero costeggiato da un muretto a secco che perviene ad un successivo bivio congiungendosi con una traccia che arriva da sinistra (1067 m); spostandosi sempre verso destra si ignora un sentiero che scende a destra verso la strada (1074 m) arrivando dopo qualche minuto ad una baita isolata (1108 m). Da questa si devia a sinistra risalendo il bosco con più pendenza sino ad uscirne in prossimità dell’alpeggio di Lasas (1172 m); a sinistra della baita si riprende il sentiero un po’ rovinato dal passaggio degli animali che attraversa il pascolo al di sopra di essa. Rimanendo sul sentiero che sale a mezzacosta sul pendio erboso si passa da una baita diroccata (1221 m) dove, piegando leggermente a sinistra, si arriva sotto ad alcune rocce levigate risalendole sulla destra verso un evidente ometto di pietra (1313 m). Ora, deviando a sinistra, si risale un ripido pendio erboso sopra il quale, piegando poi a destra, si traversa in direzione di una grossa roccia isolata dopo la quale si riprende a salire più decisamente; dopo aver incrociato due tracce scorciatoie del percorso si taglia ancora verso destra arrivando alle panoramiche baite Pinacrosa (1640 m) che si trovano su due livelli del pendio. Superate le baite superiori si rimonta più direttamente il pendio seguendo gli ometti ed i segni di vernice bianca portandosi nella parte alta di esso dove, perdendo di pendenza, il sentiero inizia un lungo traverso verso destra in direzione di un alto ometto di pietre situato su una puntina. Prima di raggiungerlo e piegando a sinistra si sale più decisamente per un breve tratto arrivando  un bivio segnalato dalle paline (1984 m); da questo si prende il sentiero che prosegua alla destra arrivando all’ometto; proseguendo in traverso si passa al di sopre di un paio di baite diroccate per giungere subito ad una piccola conca erbosa dove si trovano le baite dell’alpe Chiaromonte (2013 m). Raggiunta la baita più a destra si prosegue in quella direzione attraversando una piccola pietraia col sentiero che porta ad un affioramento roccioso dopo il quale, piegando leggermente a sinistra, si perde qualche metro di quota; ci si abbassa quindi verso un’ampia conca dove al suo centro è ubicato il rifugio Chiaromonte che si raggiunge in pochi minuti (2014 m). Dalla baita si attraversa il ruscello sulla destra percorrendo poi una diagonale in leggera salita che porta ad un colle dove si trova un bivio con le paline (2044 m); ignorando il sentiero che scende a sinistra si prosegue con un breve saliscendi sull’ampia dorsale verso destra superando il vicino dosso (2032 m) per poi scendere all’insellatura dalla quale si vede ora distintamente la meta della gita. Perdendo ancora leggermente quota si passa sotto la Cima Bracca (1925 m), che si può raggiungere con una brevissima salita alla sinistra del sentiero, oltre la quale si supera una puntina (1887 m) ed un successivo piccolo dosso erboso oltre il quale si trova un colle ( 1884 m). Da questo punto inizia la salita finale sulla cresta che porta in vetta col sentiero che inizia a salire con qualche tornante sul lato destra del pendio erboso. Si raggiunge subito la prima puntina (1931 m) oltre la quale, percorrendo fedelmente la cresta, si salgono altri due piccoli dossi rimanendo leggermente sulla sinistra del filo; giunti sotto il risalto finale si percorre il filo di cresta e, dopo un breve strappo, si tocca la vetta sormontata da un omino di pietre col triangolino metallico del CAI Rivarolo.

 

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