Mont Dzalou – Bionaz (AO)

11 luglio 2015 at 11:31

giancarlo

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Quota 3006
Dislivello 1541
Difficoltà EE
Segnavia 14, s.n.
Tempo 4h15′

 

 

Traccia GPS

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Altimetria e dettagli

 

Il Mont Dzalou domina da sud il lago di Place Moulin nell’alta Valpelline ed è una rocciosa cima abbastanza isolata dalle altre del comprensorio facente parte del gruppo della Becca di Luseney. Il percorso, abbastanza lungo, attraversa le basse Combe di Montagnaya e d’Arbiere per inoltrarsi in un vallone via via più ripido; la parte  finale dell’escursione, oltre il bivacco, consiste nel risalire faticosamente su una lunga pietraia e successivamente percorrere una cresta che presenta qualche tratto esposto. Proprio per queste sue caratteristiche è una vetta da “amatori” e, a torto, poco frequentata dagli escursionisti; infatti dalla cima si gode di uno spettacolare panorama sulla selvaggia Valpelline con la vista sui numerosi ghiacciai ed alcuni “4000″ tra cui la vicina Dent d’Herens, senza tralasciare la Becca di Luseney della quale però se ne vede solo la parte alta. Percorrendo poi per alcuni metri la cresta verso nord, dove c’è un paletto, si ha una inusuale vista del lago di Place Moulin che si trova proprio sotto la nostra verticale.

Avvicinamento

Si percorre la A-5 Torino-Aosta uscendo alla barriera di Aosta est e proseguendo in direzione del tunnel del Gran San Bernardo; appena usciti dalla seconda galleria si devia a destra in direzione della Valpelline. Si prosegue per alcuni chilometri sino a Bionaz dove, appena prima dell’abitato, si svolta a sinistra verso la diga di Beauragard, percorsi pochi chilometri si arriva alla località La Ferrera (1720 m) dove, in prossimità di un bivio, con una strada poderale si trovano le paline dell’inizio dell’itinerario e dove si può posteggiare l’auto nei piccoli slarghi adiacenti.

Descrizione

Dalle paline si scende per la poderale perdendo un centinaio di metri di dislivello, si passa davanti ad una baita e si arriva ad un ponte sovrastato da una chiesetta dove, subito dopo, si trova la baita di Pouillay (1629 m). Da qui il sentiero inizia a salire nel bosco di conifere e subito si trova un bivio (1657 m) al quale si lascia a sinistra la traccia con bolli rossi; si prosegue compiendo qualche largo tornante che guadagna subito quota e, superato un cancelletto di legno, si esce in una piccola valle aperta dove si prosegue sulla sinistra. Verso il fondo si trova un bivio segnalato da una palina (1896 m) al quale si svolta a sinistra iniziando un tratto abbastanza ripido che sale a mezzacosta sopra la Comba d’Avée  e dopo aver tagliato un canale abbastanza stretto si giunge in un piccolo vallone; si passa da un piccolo colle sempre nel bosco (2118 m) e si scende, perdendo una cinquantina di metri di dislivello, verso un torrente che si guada nel suo punto migliore seguendo alcuni ometti di pietre (2111 m). Attraversati subito dopo un paio di ruscelletti si rimonta un pendio erboso alla sinistra di una larga zona franosa e al suo culmine si giunge in una largo pascolo dove, in alto a sinistra, si trova il rudere della baita di Pra de Dieu (2277 m). Subito dopo si arriva ad un piccolo colle da cui ci si immette in un vallone dove il sentiero prosegue sulla sinistra orografica e, aumentando gradatamente la pendenza sino a diventare molto ripido, raggiunge uno stretto intaglio sulla destra; qui giunti si svolta a sinistra e si giunge subito, poco sopra un piccolo sperone erboso, al bivacco che si vede solo all’ultimo momento (2524 m). Dal bivacco ci si incammina alle sue spalle scendendo di pochi metri su terreno erboso verso un grosso masso isolato che si supera per proseguire in lieve pendenza a mezzacosta; senza alzarsi troppo sul pendio alla destra si seguono i pochi ometti che, camminando inlinea retta, ci fanno attraversare alcuni torrentelli di acqua di fusione. Giunti alla testata del vallone il terreno diventa ripido e pietroso e lo si risale faticosamente tenendosi leggermente sulla destra. Qui si procede senza percorso obbligato con tratti di sfasciume che si alternano a zone con pietre più grosse e labili tracce che sono solo canali di discesa dell’acqua; con la pendenza che si accentua sempre più si giunge al di sotto di una fascia rocciosa che si risale preferibilmente sulla sinistra sempre su terreno con detrito instabile (è comunque fattibile salire anche sulla destra un po’ più ripido ma con pietre più grandi). Al di sopra di questo si rimane alla sinistra per raggiungere, anche qui faticosamente, a vista il colle del Mont Dzalou (2872 m). Dal colle si prende una traccia che, rimanendo alla sinistra del filo, aggira il vicino spuntone roccioso raggiungendo con un tratto ripido un colletto dietro di esso. Spostandosi ora sull’opposto versante si risale sulla fiancata, dove si individuano pochi ometti, dopo di che si ritorna sul filo ora temporaneamente largo e comodo. Al termine di questo ci si indirizza verso una piccola bastionata rocciosa sula sinistra della quale si risale un canalino roccioso; alla sua sommità si rimane leggermente sulla sinistra del filo dapprima con un breve traverso e poi, deviando decisamente alla destra, lo si raggiunge nuovamente. Si continua su un tratto ripido con qualche pietra mobile per arrivare alle più solide rocce della parte superiore (ometto) dalle quali si vede la vetta ormai vicina. Ora, volendo seguire fedelmente il filo di cresta,  con una facile ma esposta arrampicata si superano un paio di spuntoni dopo i quali si giunge alla base dei pochi metri che ci separano dalla croce di vetta.

 

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