Cima Castello – Boccioleto (VC)

1 aprile 2012 at 14:56

giancarlo

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Quota 1988
Dislivello 1125
Difficoltà E
Segnavia 387,390,391
Tempo 3h15’

 

 

Traccia GPS

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Altimetria e dettagli

Questa escursione ci porta nella bella Val Cavaione, sopra Boccioleto, dove si trova ancora un ambiente naturale incontaminato; usciti dal rado bosco che ricopre la parte più bassa del territorio si apre davanti a noi un bel panorama di pascoli e vette di media elevazione costellati da molti alpeggi, sia ben risistemati che diroccati, a testimonianza dell’operosità rurale tuttora presente tra i valligiani. Parte del percorso è in comune con gli itinerari de “I sentieri dell’arte” curati dalla sezione CAI di Varallo i quali hanno come obiettivo la salvaguardia del territorio e delle cappelle votive, con accanto accurate descrizioni architettoniche, che si incontrano numerose su di essi. La progressione risulta piacevole su tutto il percorso tranne la parte finale, dall’Alpe Piana Selletto all’Alpe Drusei, dove la salita è molto ripida e faticosa e su terreno anche un po’ rovinato dall’erosione dell’acqua. Il panorama dalla vetta offre una spettacolare vista sul vicino gruppo del Monte Rosa con tutte le sue vette dalla Nordend sino alla Punta Giordani e su alcuni 4000 della zona di Saas Fee oltre naturalmente alle innumerevoli cime delle prealpi circostanti; nelle giornate limpide poi lo sguardo si spinge sino a scorgere anche il lago d’Orta.

Avvicinamento

Si percorre la A-26 Genova-Gravellona Toce e si esce al casello di Romagnano Sesia seguendo poi le indicazioni per Alagna Valsesia; superato di alcuni chilometri il comune di Varallo Sesia si giunge ad una rotonda in prossimità di Balmuccia dove si svolta a destra verso Boccioleto. Raggiunto il comune lo si supera e, appena fuori dall’abitato, si svolta a destra per Ronchi ed Ormezzano dove si arriva per una stradina asfaltata seguendo anche l’indicazione per il rifugio Seccio; l’auto si lascia nel parcheggio antistante l’abitato.

Descrizione

Dal posteggio si continua sulla strada asfaltata sino al suo termine per imboccare poi una comoda mulattiera che, con percorso pianeggiante, arriva alle baite di Solivo (1030 m); passati davanti alla bella chiesa la pendenza della mulattiera aumenta sensibilmente e con numerosi tornanti si alza nel rado bosco. Passato un bivio (1094 m) si continua la salita arrivando all’Alpe Selletto (1226 m) dove si trova anche una bella cappella e qui il sentiero spiana un po’ inoltrandosi a mezzacosta ancora nel bosco di faggi. Usciti in spazi più aperti  si supera un’altra cappella e subito dopo le baite dell’Alpe Sass (1357 m); su questo tratto si ha una bella panoramica su tutta la Val Cavaione e sui numerosi alpeggi che la punteggiano. Sempre su pendenze moderate il sentiero arriva ad una biforcazione (1398 m) dove a sinistra, con una brevissima digressione, si sale al rifugio Seccio mentre a destra si prosegue verso l’Alpe Seccio; svoltato dunque a destra ci si dirige verso le numerose baite, delle quali molte ben ristrutturate, dell’Alpe Seccio (1387 m) che si attraversa. Superata l’ultima baita inizia il sentiero 390 che, sempre con percorso a mezzacosta, ci fa perdere qualche metro di dislivello contornando un’alta bastionata rocciosa per superare poi l’Alpe Scarpia (1375 m) ed arrivare subito dopo ad un altro bivio (1399 m) dove si tiene la sinistra imboccando il sentiero 391. Si entra ora in una piccola valle laterale il cui pendio centrale si inizia a risalire passando sul versante opposto all’Alpe Brughiere; in questo tratto il sentiero si perde un po’ nell’erba ma, salendo verso le ben visibili baite superiori, si ritrova la traccia che traversando da destra a sinistra ci fa arrivare in prossimità dell’Alpe Piana Selletto (1557 m). Lasciato l’alpeggio alla destra si deve affrontare ora il tratto più faticoso dell’escursione: da questo punto il sentiero, un po’ rovinato anche dall’erosione dell’acqua, si fa ripido e molto faticoso da salire nel rimontare il pendio culminante con un colletto. Dalla dorsale delle baite ci si sposta, attraversando un ruscello, su una costola alla sinistra che sempre faticosamente si sale spostandosi poi più in alto verso sinistra verso l’evidente baita situata poco sotto un colletto. Raggiunta dunque la baita dell’Alpe Drusei (1883 m) si salgono ancora pochi metri per giungere sulla dorsale prendendo la traccia che svolta a destra; si supera subito un breve passaggio un po’ esposto per poi camminare di nuovo sulla comoda cresta avendo avanti l’ormai vicina vetta che si raggiunge, senza percorso obbligato, con un ultimo ripido strappo.

 

 

 

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