Colle Belleface – Valsavarenche (AO)

8 settembre 2016 at 14:03

giancarlo

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Quota 3109
Dislivello 1565
Difficoltà EE
Segnavia 11
Tempo 4h00′

 

Traccia GPS

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Altimetria e dettagli

 

Il colle Belleface, essendo ubicato tra la Grivola ed il Grand Nomenon, si trova nel territorio del Parco Nazionale del Gran Paradiso e separa il comune di Degioz, in Valsavarenche, dalla media valle di Cogne. La sua salita si sviluppa su sentieri che, soprattutto oltre le baite di Bocconere damon, divengono ripidi e con fondo prevalentemente di terriccio e fine detrito che rendono faticosa la progressione non concedendo tregua se non pochi metri oltre l’insellatura a quota 2786 m; il dislivello di tutto riguardo consigliano infine questa gita ad escursionisti allenati. Tutta la fatica spesa viene senz’altro ripagata dai numerosi avvistamenti di fauna alpina che numerosa popola queste zone.avvicinament

Avvicinamento

Si percorre la A-5 Torino-Aosta e si supera la barriera di Aosta est per uscire al casello successivo di Aosta ovest dove si prende la direzione per Aosta e al semaforo si svolta a sinistra. Superato l’abitato di Villeneuve si devia a destra seguendo le indicazioni per la Valsavarenche; si percorre tutta la strada del fondovalle sino al suo capoluogo di Degioz dove si svolta a sinistra salendo verso la chiesa. Arrivati alla chiesa, senza oltrepassarla, si devia a sinistra dove si trova un comodo parcheggio subito dietro il cimitero.

Descrizione

 Dal parcheggio ci si dirige alle paline per salire verso i prati alla sinistra compiendo un lungo traverso col quale si arriva nei pressi di una cascata dove si attraversa il canale su un ponticello di legno. Proseguendo nel traverso si superano altri due canaloni e, prima di arrivare al quarto si inizia, svoltando a destra, la salita del ripido pendio erboso che si  rimonta con larghi e comodi tornanti; dopo aver riattraversato più in alto gli ultimi due canaloni si arriva ad incrociare un sentiero proveniente da sinistra (1975 m) che si ignora proseguendo ancora per il pendio. Compiuti ancora un paio di tornanti si cammina sul sentiero che taglia a destra il pendio raggiungendo il panoramico casotto situato su un piccolo promontorio (2089 m). Dal casotto si sale col sentiero sul pendio erboso dietro di esso che, verso destra, passa da una presa per l’acqua ed arriva ad attraversare un canalone; passati sull’altro lato si sale una dorsale erbosa dove si lascia alla destra un sentiero che va ad attraversare un successivo canalone (2267 m) e si piega a sinistra per giungere alle baite diroccate di Bocconere damon (2277 m). Sulla curva del sentiero si trovano su un sasso le frecce che ci indicano di continuare a destra e, dopo un tornante, si aggira un piccolo promontorio di roccette entrando nel vallone adiacente; qui si inizia la salita percorrendo numerosi tornanti sulla sua destra orografica su terreno che via via diviene più ripido ed a tratti sdrucciolevole dove porre qualche attenzione; arrivati sotto ad alcune rocce si trovano le corde fisse (2594 m) che ne facilitano il loro superamento in traverso a sinistra. Dopo alcuni tornanti si compie un traverso in direzione del canalone che si attraversa per passare sul versante opposto dove il terreno diviene più faticoso trovando pietrisco e fine detrito, oltre alla pendenza sempre sostenuta. Aggirato un piccolo costone roccioso si arriva ad un’insellatura (2786 m) dove la pendenza spiana temporaneamente; qui il sentiero si perde a tratti nell’erba ma, seguendo anche gli ometti, si risale il pendio erboso passando tra i massi. Giunti ad un successivo pianoro il sentiero si indirizza verso la pietraia che si supera rimanendo alla sinistra di essa per giungere ad un isolotto di rocce biancastre al centro della testata; questo si passa alla sinistra e, dopo di esso, con il fondo della traccia che diventa più ripida e faticosa per la friabilità del terriccio, si guadagnano faticosamente gli ultimi metri che ci separano dalla cresta dove un sasso con frecce di vernice (3098 m) ci indica di proseguire alla destra. Ora si percorre la cresta rimanendo sulla destra del filo e, aggirati un paio di piccole puntine rocciose, si salgono gli ultimi ripidi metri verso il colle.

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