Rifugio e Colle di Bonze – Donnas (AO)

3 ottobre 2016 at 10:21

giancarlo

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Quota 2239
Dislivello 1089
Difficoltà E
Segnavia 3
Tempo 3h15’

 

 

Traccia GPS

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Altimetria e dettagli

 

 

Il Colle di Bonze si trova tra la Cima di Bonze e la Cima Battglia sulla dorsale che, dalla Cima di Bonze, scende verso nord-est separando il Piemonte dalla Valle d’Aosta e, più precisamente il territorio di Quincinetto dall’alto vallone di Donnas. Il sentiero è una vecchia mulattiera usata per la monticazione del bestiame larga e sempre ben evidente che all’inizio taglia i ripidi pendii boschivi con un lungo traverso per poi risalire il vallone principale verso il rifugio; da qui il sentiero, nuovo e ben segnato da frecce ed ometti, percorre la grande conca sopra di esso su terreno misto di bassa vegetazione e grandi rocce. Dall’ometto posto su di esso si vede l’opposto versante con i pascoli del territorio di Quincinetto e le cime Biolley e Gregorio mentre, verso quello di salita si vede la lunga cresta che conduce alla Cima di Bonze e, poco più a destra, il Bec delle Strie.

Avvicinamento

Si percorre la A-5 Torino-Aosta e si esce al casello di Pont St. Martin proseguendo in direzione Aosta; giunti a Donnas si entra nell’abitato e, sulla sinistra, si seguono le indicazioni per Clapey e Grand Vert. Prima di entrare nella frazione di Grand Vert si devia a destra sulla strada che conduce alle frazioni della collina di Vert ( presente anche il cartello indicatore per il rifugio); qui si risale la tortuosa strada che con molti tornanti si alza nel bosco divenendo, nella parte alta, a tratti sterrata ma ben percorribile. Giunti alla baita di Visey (1323 m) la si supera di poco e si lascia l’auto nel piccolo slargo sul tornante adiacente il bivio della poderale.

Descrizione

Dalla palina si raggiunge la strada, oppure si parte direttamente su di essa, superando una sbarra metallica dopo la quale si tralascia sulla destra la deviazione per le vicine baite di Barrat (1367 m) ed una successiva, sempre sulla destra, con una stradina che scende. Passati poco sopra le successive baite di Montat si trova l’inizio del sentiero che, a sinistra, si alza nel bosco (1417 m) e supera un bivio con una traccia proveniente da sinistra (1467 m) giungendo in breve all’alpeggio di Roussa (1464 m). Alla sinistra della baita si riprende il sentiero che subito raggiunge di nuovo la poderale; la si percorre per qualche decina di metri alla destra ritrovando di nuovo il sentiero ben indicato dalla palina del rifugio; abbandonata definitivamente la sterrata, si sale con modesta pendenza oltrepassando un breve tratto protetto da una ringhiera metallica dopo la quale si salgono alcuni gradini in pietra compiendo un saliscendi che va ad attraversare un ampio canalone con rocce lisce su una passerella in cemento. Senza guadagnare molta quota, il sentiero prosegue con altri brevi saliscendi che, con un lungo traverso, aggirano alcuni costoni boschivi per arrivare a mezzacosta del vallone centrale; qui la vegetazione si fa più rada e, tenendo ora la sinistra, si rimonta con buona pendenza la fiancata della montagna in direzione dei contrafforti rocciosi della sua testata. Attraversati un paio di torrentelli, ci si avvicina a questi promontori sopra i quali si vede il rifugio che, dopo aver superato una vicina vasca di contenimento dell’acqua, in breve si raggiunge (1859 m). Di fronte ad esso, oltre lo steccato, si trova una palina dalla quale il sentiero prosegue arrivando nei pressi di un piccolo pianoro che non si attraversa ma, svoltando decisamente a destra, si raggiunge un ometto con la freccia gialla su una roccia della dorsale. Seguendo gli ometti e le frecce si sale una larga dorsale tra la bassa vegetazione e i sassi piatti su un ampio pendio dove si alterna la traccia del sentiero a brevi tratti da percorrere sulle rocce lisce. Spostandosi gradatamente sulla sinistra si raggiunge una seconda bassa dorsale che si taglia a mezzacosta dopo aver attraversato un ruscello; arrivati su terreno misto nei pressi di alte rocce lisce, ci si avvicina ad esse per salire un breve canalino sopra il quale si continua con poca pendenza verso sinistra. Si taglia ora il pendio oltrepassando su una comoda cengia altre rocce e successivamente, su terreno misto, si attraversa un ultimo ruscello dopo il quale si tiene la destra per rimontare un canale di erba e grossi massi. Sopra di esso la pendenza spiana leggermente  e si punta alla ormai evidente e larga insellatura del colle che si raggiunge con un breve strappo (2256 m).

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