Colle Garin – Pila (AO)

30 agosto 2010 at 13:58

giancarlo

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colle-garin

 

 

 

Quota 2805
Dislivello 1186
Difficoltà E
Segnavia 19,14,18,102
Tempo 4h15′

 

Traccia GPS

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 Altimetria e dettagli

 

Questa escursione, che può essere un valido prolungamento della salita in giornata al rifugio Arbolle, raggiunge una piccola insellatura che mette in comunicazione il vallone di Arbolle con il vallone che scende ad Epinel e quindi a Cogne. Il sentiero è ben segnalato anche nella pietraia finale, parte più ripida dell’escursione, e non presenta alcuna difficoltà; gli ambienti oltre il bivio di quota  2538 m garantiscono wilderness  e quindi meno affollamento di escursionisti rispetto alla prima parte sino al rifugio. Il panorama è molto bello sul vicino Gran Paradiso e sulla vallate che il colle separa mentre, più lontano, si vedono le cime dal Monte Bianco al Gran Combin. Per il ritorno bisogna naturalmente calcolare la risalita al Col Chamolé.

 

Avvicinamento

Si percorre la A-5 Torino-Aosta e si esce alla barriera di Aosta est e si segue la direzione per Aosta per poi seguire quelle per la stazione sciistica di Pila; arrivati alla frazione si prosegue sino al grande piazzale situato nei pressi dell’arrivo delle telecabine dove si lascia l’auto.

Descrizione

Dal piazzale si sale al vicino arrivo della telecabina raggiungendo la stradina che la costeggia e, svoltando a destra, si raggiungono le paline situate al bivio che si trova poco sopra continuando diritto per qualche decina di metri per deviare a sinistra a quello successivo. Si prosegue sulla sterrata passando davanti ad una stalla dopo la quale si attraversa una pista da sci dove si trova un tracciato per “down hill” e,stando attenti alle eventuali biciclette in discesa, si raggiunge una seconda pista (1850 m); svoltando a destra (il bollo giallo si trova seminascosto su una pietra posizionato sul bivio con il proseguimento della strada) si inizia a risalirla direttamente dapprima con qualche tratto ripido alzandosi nel bosco incrociando un sentiero proveniente dalla destra (2059 m). Salendo ancora per poco nel bosco la pendenza si attenua e si arriva ad un ampio pascolo dove, alla sinistra, si vede  l’alpeggio di Chamolé; rimanendo alla destra si arriva al rudere di Chantè  (2116 m) dopo il quale, in prossimità della curva a sinistra del sentiero, si continua su una traccia che continua diritto in una vallettina con bassa vegetazione. Proseguendo la salita si arriva ad incrociare ancora la pista che si risale sino al vicino arrivo della seggiovia, da dove parte il tracciato di “down hill”, accanto alla quale si trovano delle paline da dove parte sulla sinistra il sentiero per il Lago di Chamolé; con un breve percorso pianeggiante lo si raggiunge (2326 m) e lo si contorna sulla sinistra arrivando ad un bivio, segnalato anche qui dalla paline, dove si prende il sentiero che parte alla destra. Il percorso sale, facendosi un po’ ripido, con molti tornanti panoramici per raggiungere lo stretto intaglio del Colle Chamolé (2648 m) dal quale si vede sul fondo del vallone il lago ed il rifugio. Con un tratto ripido iniziale si perde rapidamente quota per poco più di un centinaio di metri e, raggiunto il pianoro, in pochi minuti si raggiungono le sponde del Lago Arbolle dove, poco sopra la sua sponda sinistra, si trova l’omonimo rifugio (2527 m). La salita prosegue dalle paline situate oltre il rifugio sul sentiero che, dapprima in leggera salita e poi con qualche saliscendi, segue a mezzacosta la fiancata della montagna passando da un pianoro addentrandosi poi in una vallettina dove scendo un torrente. Sopra questa si apre un altro vallone, dominato dall’alto dalla Punta Garin, dove ci si tiene sempre sulla sinistra arrivando ad un bivio (2538) al quale si prende il sentiero di destra che scende verso il torrente passando accanto ad un rudere  e, poco più in basso sulla pietraia, davanti ad una presa per l’acqua (2553 m). Da qui si continua sul sentiero ben visibile che inizia a risalire il basso pendio di fronte  passando, senza problemi, tra grossi massi; si arriva poi dove la pendenza diminuisce dirigendosi verso il pendio finale, sopra il quale è ben visibile il colle, costituito da una ripida pietraia. La pendenza ora aumenta sensibilmente aumentando la fatica ma non la difficoltà essendo il tracciato ben segnalato e, con numerosi e stretti tornanti, si arriva presto allo stretto intaglio.

1 Commento

  1. Giocons 10 settembre 2014 Rispondi

    Fantastica la discesa a Guimillian! Un ambiente selvaggio e vaghissimo, silenzioso, popolato da marmotte, con splendidi pianori erbosi e viste stupende sul Gran Paradiso, Grivola e Grand Nomenon!

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