Mont Iverta – Champdepraz (AO)

22 settembre 2010 at 15:22

giancarlo

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12-croce-di-vetta

 

Quota 2940
Dislivello 1635
Difficoltà EE
Segnavia 6
Tempo 3h30′

 

Traccia GPS

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Altimetria e dettagli

 

Il Mont Iverta si trova sul confine occidentale del Parco ed offre un eccezionale panorama sulle sue cime e le sue valli, con lo sguardo che si spinge sino al gruppo del Rosa, del Bianco, al Cervino ed al Grand Combin; il dislivello elevato consente di passare dagli ambienti dei verdi pascoli di Veulla ai bei boschi di conifere ed infine, arrivando su pietraie caratteristiche dell’alta montagna, ai ruderi delle vecchie miniere, che testimoniano delle fatiche e dell’operosità dei valligiani con il vicino Lac Gelé. La salita è ben segnata sino al punto in cui si deve deviare nei pressi del Lac des Heures (la segnaletica e gli ometti di pietre sono appena state rifatti) mentre oltre si cammina a vista su terreno ripido con sassi mobili e terriccio sdrucciolevole; qualche cartina indica la presenza di una traccia ma probabilmente col susseguirsi dei disgeli e delle piogge essa è praticamente sparita lasciando il posto ai segni dei rivoli di discesa dell’acqua.

Avvicinamento

Si percorre la A-5 Torino-Aosta e si esce al casello di Verres per proseguire verso Aosta, dopo qualche chilometro si svolta a sinistra ad un bivio con le indicazioni per Cahmpdepraz e il Parco Naturale del Mont Avic. Si attraversa l’abitato e si risale la valle per alcuni chilometri giungendo in corrispondenza di un tornante alla deviazione per Blanchet dove si trova un comodo parcheggio (a Veulla il transito è riservato ai clienti dell’albergo).

Descrizione

Dal parcheggio si sale su una stradina selciata sino alle case di Veulla che si attraversano sulla sinistra passando davanti all’albergo e proseguendo ancora sulla strada asfaltata per alcune decine di metri sino ad arrivare ad un piazzale nel quale la sosta è consentita solo ai mezzi autorizzati o di soccorso. Da questo piazzale si imbocca la stradina lastricata che si alza a destra della chiesetta e si inoltra nei pascoli arrivando quasi subito ad un bivio (1360 m) al quale, ignorato il sentiero che si stacca sulla destra, si prosegue sempre sulla strada che ora è diventata sterrata. Il tracciato segue a mezzacosta la fiancata della montagna addentrandosi in un bellissimo bosco superando qualche torrente; si arriva così ad un largo spiazzo chiamato “magazzino” dove ci sono le paline in corrispondenza di un bivio (1473 m). Lasciata ora la sterrata si continua sul sentiero che prosegue davanti a noi e che, con pendenza più accentuata e continua, si alza con percorso quasi rettilineo sui versanti scoscesi della montagna. All’uscita del bosco il sentiero compie qualche tornante per indirizzarsi ad un’evidente insellatura dalla quale, rifiatando un po’, ci si immette su una grande pietraia; la si attraversa senza problemi su una vecchia ma ben tenuta mulattiera di pietre che, a mano a mano che si prosegue,si sposta verso sinistra verso un altro colletto. Compiuto qualche ripido tornante si sale verso un alto muro a secco oltre il quale si ritrova la mulattiera che passa tra i resti delle vecchie miniere; con percorso che ora diviene pianeggiante si prosegue per qualche decina di metri arrivando così sulle sponde del Lac Gelé (2600 m). Dalle sponde del lago si tiene la sinistra per attraversare il suo emissario seguendo il sentiero che, ben segnalato anche da ometti di pietre, lo contorna alzandosi verso il fondo della conca; ora si deve risalire abbastanza faticosamente che, tra le molte pietre, sbuca ad un colle che immette in un grande pianoro. Seguendo sempre il ben visibile tracciato si arriva nei presi di una grossa roccia (2763 m) alla quale si devia a destra passando alla sinistra del piccolo Lac des Heures. Dalla grossa roccia non esiste più sentiero o segnavia e quindi, senza percorso obbligato, si attraversa su grosse pietre il pianoro e si punta verso la sinistra del ripido pendio del Mont Iverta iniziando a rimontarlo compiendo qualche zig-zag. Si continua faticosamente la salita su pietre mobili e fine detrito seguendo grosso modo i cartelli di confine del Parco; su pendenza ripida e costante si arriva così in prossimità della vetta che si vede solo all’ultimo momento e sulla quale si trovano un crocifisso ligneo, con un artistico altorilievo su pietra ollare del volto di Cristo, oltre a due grandi ometti di pietre ed un piccolo riparo di pietre a secco.

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