Colle d’Egua, Bocchetta di Striengo (anello) – Fobello (VC)

27 ottobre 2019 at 18:14

giancarlo

0

 

 

 

Quota 2236 (Colle d’Egua), 2353 (Bocchetta di Striengo)
Dislivello 1267
Difficoltà EE
Segnavia 517, 122b, 515
Tempo 6h15’ anello completo

 

 

Traccia GPS

Visualizza con Google Earth

Altimetria e dettagli

 

 

Il Colle d’Egua e la Bocchetta di Striengo si trovano nella parte orientale della Valsesia e separa i territori di Fobello da Carcoforo; il valico principale e più frequentato è il Colle d’Egua che presenta una bella mulattiera sino all’Alpe Selle e poi un bel sentiero che lo raggiunge. Per arrivare alla Bocchetta di Striengo vi è un sentiero di collegamento che a tratti si perde sul traverso da percorrere il cui percorso però è abbastanza intuitivo; su questo tratto si attraversano nella parte finale ripidi pendii di erba olina dove, seppur con la traccia visibile, bisogna prestare la dovuta attenzione. Giunti allo stretto intaglio della Bocchetta di Striengo, la discesa si sviluppa anche qui su pendii di erba olina su sentiero abbastanza evidente ma comunque ben segnato dai bolli di vernice; dall’Alpe Addiaccio in poi la discesa si svolge su sentiero sempre più marcato. Il giro ad anello permette di visitare i selvaggi valloni dell’alta Val Mastallone con i suoi numerosi alpeggi passando anche dalla storica villa della famiglia Lancia, ora ridotta ad un rudere; come detto sino al Colle d’Egua non si trovano difficoltà di percorrenza e di orientamento, mentre da qui alla Bocchetta di Striengo e per la prima metà della discesa queste posso presentarsi in caso di terreno bagnato o nebbie. Dai due valichi, oltre che sul grande stuolo di vette e vallate prealpine, il panorama è sicuramente più spettacolare sul gruppo del Monte Rosa che si presenta con la vista della sua himalayana parete est.

Avvicinamento

Si percorre la A-26 Genova-Gravellone Toce e si esce al casello di   Romagnano Sesia proseguendo per Varallo; giunti al capoluogo si svolta a destra seguendo le indicazioni per Fobello e, raggiunto il comune, si continua ancora sulla strada asfaltata, che si restringe, giungendo alla località Gazza dove si trova il piccolo villaggio dell’alpe Campo.

Descrizione

Dal piazzale si prende l’evidente sentiero che entra nel piccolo villaggio e prosegue a mezzacosta sul pendio erboso arrivando in pochi minuti all’alpe Catolino (1248 m) poco dopo la quale, superata una cappelletta, si raggiunge l’alpe Lungostretto, o Luogostretto (1286 m). Salendo dolcemente il sentiero entra in un rado bosco di faggi e noccioli deviando poi decisamente alla sinistra per scendere ad attraversare il torrente su un ponticello di pietra. Al primo tornante si ignora la traccia che devia a sinistra (1385 m) e si prosegue sempre in dolce pendenza a destra passando sopra ad una baita isolata; oltrepassato un punto un po’ stretto del vallone da dove sull’opposto pendio si vedono in alto i ruderi dell’alpe Oro di Rivelli, questo si apre e si giunge in vista, al centro di esso, delle baite dell’alpe Baranca che in pochi minuti si raggiungono (1573 m). Visitate le baite, dove si trova anche l’omonimo rifugio, si cammina sempre sulla destra orografica del vallone passando sopra ad altre baite vicine al greto del torrente; aggirato un basso pendio erboso si giunge alla chiesetta Alpina (1625 m) oltre la quale il sentiero sale un po’ più decisamente portandosi sotto le pendici rocciose della montagna. Compiuti un paio di tornanti si continua con un traverso ascendente verso un intaglio da dove scaturisce una cascatella; raggiuntolo in breve si arriva così all’estuario del lago di Baranca (1770 m) che si attraversa alla destra costeggiandone le sponde per un breve tratto dopo di che il sentiero se ne allontana salendo a mezzacosta verso la visibile Alpe Selle. Raggiuntala (1827 m), si ignora il sentiero che scende dalla parte opposta e si devia a sinistra dove si trovano le paline; attraversate le baite si arriva subito al bivio che, rimanendo a sinistra, raggiunge i ruderi della Villa Lancia edificata dalla famiglia degli omonimi industriali e dove invece si sale a destra verso le paline situate su una roccia. Qui il sentiero compie un ampio semicerchio nella parte alta del vallone superando più in alto un costone nei pressi di un piccolo panoramico promontorio  dopo in quale, piegando leggermente a destra, si risale una larga gola. Dalla sua sommità si scende di qualche metro, avendo ora ben visibile sul fondo il Colle d’Egua, per salire subito di fronte un poco inclinato canale sopra il quale, di poco alla destra, si attraversa una piccola conca dove, attraversato un ruscello, si trova un bivio segnalato su una pietra (2141 m) ; ignorata la deviazione a destra, il sentiero inizia a rimontare il pendio dove, con percorso più ripido, si supera qualche piccolo affioramento roccioso arrivando così al Colle d’Egua (2236 m). Da qui si raggiunge la vicina croce metallica e, rimanendo appena alla destra, si sale qualche dosso giungendo subito al panoramico bivacco Volpone-Sesone (2255 m). Continuando sul sentiero che più avanti diviene una traccia a tratti poco visibile, si rimane poco al di sotto della dorsale traversando il pendio in direzione di una pietraia; prima di raggiungerla, si devia a sinistra salendo ancora un po’ per poi proseguire col traverso a mezza costa dove la traccia diviene più visibile. Rimanendo più vicino alle rocce della cresta, si attraversa un lungo pendio di erba olina dove alcuni tratti un po’ infidi obbligano ad aumentare l’attenzione. La traccia si dirige verso un colletto sotto un dentino roccioso isolato che si raggiunge (2371 m) e dal quale si scende dalla parte opposta di una ventina di metri per deviare subito a destra andando a reperire il sentiero che sale dal vallone e che, salendolo a destra, porta alla soprastante Bocchetta di Striengo (2353 m). Da questa il sentiero scende dapprima direttamente verso alcuni massi per deviare poi decisamente a sinistra e scendere più dolcemente compiendo un ampio semicerchio; giunti sopra la verticale dell’alpeggio sottostante, si devia decisamente a destra scendendo più decisamente sino a raggiungere l’Alpe Striengo (2025 m).  Il sentiero, qui un po’ rovinato dal passaggio del bestiame, prosegue la discesa verso la vicina Alpe Addiaccio (1986 m) dalla quale si devia a sinistra perdendo quota sui pascoli sottostanti sino ad una cappelletta deviando poi ancor più a sinistra verso un torrente. Passati sull’opposto versante, si scendono alcuni stretti tornanti che scendono il ripido pendio passando poco distanti dall’Alpe Piane superiore; continuando la discesa si giunge all’Alpe Piane (1591 m) dalla quale si prosegue verso la vicina Alpe Piane inferiore. Ignorato un sentiero che si stacca alla destra (1405 m), si scende ancora sino ad una piccola baita isolata (1304 m) dalla cui destra si scende il pendio finale che porta al fondovalle; attraversato un ponte di pietra si raggiungono le baite dell’Alpe Campo che si attraversa arrivando così al punto di partenza.

 

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *