Bec di Nona, Punta Cressa – Settimo Vittone (TO)

19 ottobre 2013 at 08:10

giancarlo

0

 

 

 

 

Quota 2087 (Bec di Nona), 2054 (Punta Cressa)
Dislivello 953
Difficoltà E
Segnavia D1,841,GTA,D5
Tempo 2h15′ (Punta Cressa), 3h00′ (Bec di Nona)

 

 

Traccia GPS

Visualizza con Google Earth

Altimetria e dettagli

 

Il Bec di Nona e la Punta Cressa sono le vette più meridionali dalle quali inizia la lunga cresta alpina che separa integralmente la Valle di Gressoney dal Piemonte e, più precisamente, dall’alto Canavese da dove prosegue per le provincie di Biella e Vercelli; in questo caso l’escursione si sviluppa appunto nella parte iniziale di questo spartiacque sui territori che dividono il vallone di Giassit, sopra Lilianes in Valle d’Aosta, dal vallone di Chiussuma, sopra Settimo Vittone in Piemonte. Le due cime sono unite da una comoda e breve dorsale offrendo così l’opportunità di poterle salire entrambe nella stessa giornata; esse sono completamente diverse tra loro: la Punta Cressa è tozza e poco marcata con la cima spoglia, mentre il Bec di Nona è più “cima” con una bella forma piramidale sormontata da una grande croce lignea. I territori attraversati sono tipici delle medie quote dove si attraversano zone boschive intervallate a piccole zone di pascolo; una volta usciti dai boschi, invece, si cammina tra estesi pendii erbosi disseminati di baite ed alpeggi dove l’ambiente, soprattutto nel periodo autunnale, offre splendidi colori provocando suggestivi effetti cromatici. L’autunno, proprio per queste ragioni, è il periodo migliore per compiere l’escursione ma, vista l’esposizione in pieno sud, rimane valida anche come uscita da effettuare in tarda primavera.

Avvicinamento

 Si percorre la A-5 Torino-Aosta e si esce al casello di Quincinetto prendendo poi la direzione per Settimo Vittone. Qui giunti di seguono le indicazioni per Trovinasse e, risalendo la strada che si alza per alcuni chilometri, si oltrepassa un campeggio; superatolo si arriva ad un tornante a quota 1314 m dove si trovano le indicazioni per un agriturismo ed una palina lignea con indicati i sentieri e dove conviene lasciare l’auto in corrispondenza dello slargo.

Descrizione

Dal tornante si entra nel bosco seguendo la sterrata  che, oltrepassato un ponte, raggiunge subito una stradina asfaltata; percorsi pochi metri si arriva alla prima curva dove si prende la mulattiera, indicata da una palina, che scende verso un torrente. Attraversati anche questo su un comodo ponte si risale la sponda opposta arrivando ad un pascolo raggiungendone in breve la parte alta. Qui si trovano le baite dell’Alpe Agnerezzo (1334 m) che si passano nel mezzo per continuare su un sentiero costeggiato da un muretto a secco. In pochi minuti si raggiunge un bivio con le paline indicative (1351 m) al quale, lasciato sulla sinistra il sentiero che porta ad un vicino ponte, si prende quello, meno evidente, che rimane a mezzacosta nel bosco verso un vicino masso con un bollo di vernice; percorse alcune decine di metri il sentiero diviene più evidente e costeggia anche qui un muretto a secco per spostarsi successivamente verso un ruscello. Camminando alla destra di questo si risale un boschetto di betulle dove poi il sentiero diviene una mulattiera arrivando ad incrociare una poderale (1519 m); attraversatala si prosegue sul pendio erboso di fronte sopra il quale si rimane alla sinistra di una baita col sentiero che prosegue in spazi aperti. Arrivati nei pressi di un’altra baita (1656 m) si devia a destra entrando nel bosco dove su uno dei primi alberi si trova un cartello indicante il percorso della GTA; qui il tracciato si perde un po’ tra il fogliame e bisogna fare attenzione ai bolli, un po’ sbiaditi, e ad alcuni ometti che indicano la direzione. Arrivati al termine del bosco si mette piede su una sterrata nei pressi dell’alpe Truchetto (1670) dove si lascia il sentiero che prosegue verso l’interno del vallone deviando a sinistra; il sentiero, superato un grande ometto di pietre, si innalza su un costone arrivando ad un boschetto soprastante che si oltrepassa per piegare poi sulla sinistra raggiungendo un largo pendio erboso. Superato un evidente ometto ci dirige verso il centro del pendio giungendo ad alcuni paletti di legno ai quali il sentiero devia sulla destra. Con la traccia che in questo punto non risulta molto evidente si tiene prevalentemente la sinistra per non oltrepassare un basso promontorio erboso arrivando così ad un panoramico poggio dal quale si ha davanti un’ampia zona di pascolo. In breve si raggiungono le prime baite, diroccate, dell’alpe Cressa inferiore (1891 m) che si passano tagliando il largo pendio alla sinistra. Dopo qualche minuto, ignorata una traccia che taglia il sentiero, si raggiungono le ben visibili baite di poco superiori alle quali si svolta alla destra risalendo, col sentiero che si perde un po’ nell’erba, verso la soprastante cresta; raggiunta la larga dorsale di devia ancora a destra per raggiungere le baite dell’alpe Cressa superiore (1983 m) dalla quale si prosegue arrivando ad intercettare il sentiero che percorre il filo di cresta (2029 m). Tenendo sempre la destra si arriva con un ultima breve salita alla spoglia vetta della Punta Cressa (2054 m). Ripercorso a ritroso il breve tratto di cresta si prosegue sulla comoda dorsale oltrepassando una puntina sormontata da un ometto (1992 m) dopo la quale si superano un paio di piccoli affioramenti rocciosi; da qui, in pochi minuti, con un ultimo strappo si raggiunge la grande croce situata in vetta al Bec di Nona (2087 m).

 

 

 

 

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *